Figure e aspetti della cultura fermana contemporanea
Introduzione di Alfredo Luzi
Domenico Pupilli
Leggendo la nuova edizione di Carte fermane ho ritrovato, questa volta non nella grafica ma nella scrittura, le peculiarità dello sguardo di Domenico sul mondo di cui è nel contempo protagonista e interprete: empatia con l’altro da sé, ironia, compassione, lucidità di analisi.
Egli delinea i profili di personaggi, noti o meno noti, che nell’arco di circa un secolo hanno testimoniato la vitalità culturale del territorio fermano, e trasforma le biografie individuali in occasioni di storia sociale vissuta nello spazio visivo del paesaggio tra l’Adriatico e i Sibillini, una costante tematica in tutti gli scrittori citati.
Grazie al suo paziente lavoro di documentazione storico-letteraria il lettore può accedere ad un complesso spaccato della società fermana e del territorio nel suo evolversi dai tempi in cui, come scrive Veneranda D’Aprile, «i baci si davano ai Santi» a quelli della nostra quotidianità.
Nella prima parte del volume, che coincide con la edizione del 1992, Pupilli individua nella dinamica socioculturale di Fermo, all’incrocio tra sociologia e psicologia, la convivenza di nuclei oppositivi che nel loro divenire tendono a perdere la loro virulenza e a costituire una sorta di equilibrio concettuale e patemico su cui si regge la comunità fermana.
Sul piano etico c’è una forte conflittualità tra laici e cattolici, appena attenuata dal tentativo di conciliazione realizzato dall’esperienza politica di Romolo Murri; in alcuni personaggi si sviluppa una forte vena di ribellismo anarcoide; altri si rifugiano nel mito del paese e della famiglia; il tema della giovinezza perduta contrasta con l’urgenza di una maturazione sociale; l’archetipo della paternità è spesso occultato da quello della grande madre, mentre, a livello di stile, coesistono tradizione ed avanguardia, realismo e surrealismo. Si realizza così, anche nel ristretto ambito della provincia fermana, la funzione regolatrice dei contrari secondo la legge psicologica già individuata dal filosofo Eraclito nel frammento: «dalle cose che differiscono si genera l’armonia più bella, e tutte le cose nascono secondo gara e contesa».
In questo contesto sociale strutturato su una serie di ossimori dialettici la proiezione verso il futuro è affidata all’attitudine utopica di alcuni visionari che nel loro agire hanno contraddetto l’immagine del Fermano come territorio privo di spinte al rinnovamento. Il paragrafo su L’utopia didattica e sociale raccoglie i profili di chi, nel proprio ambito professionale e culturale, è stato promotore di quella “coscienza anticipatrice” che, secondo lo storico Marc Bloch, è il fondamento dello Spirito dell’utopia. Walter Tulli in politica, Joyce Lussu nella storiografia locale e nelle sue opere narrative e poetiche, Luigi Crocenzi e Tullio Malvestiti nella cultura fotografica, Franco Matacotta e Alvaro Valentini nella sperimentazione didattica, Temistocle Calzecchi Onesti e Vincenzo Monaldi nella ricerca scientifica, hanno contribuito a trasformare il loro immaginario soggettivo in esperienza di modernità.
ISBN 978-88-7969-485-8
€ 15,00
Ft. 150×210 mm
2021, pp. 208, copertina in brossura