Un capolavoro del barocco napoletano a Grottazzolina
Francesca Coltrinari
Le città italiane hanno il pregio di custodire un patrimonio storico-artistico rilevante non solo per quantità e qualità, ma soprattutto per la stretta relazione delle opere d’arte con i luoghi in cui si trovano: esse sono inserite infatti in un contesto di relazioni, raccontano la storia dei luoghi che le custodiscono e ne esprimono valori profondi. Per questo, oggi, si parla di “beni culturali”, un concetto nato alla metà del secolo scorso per designare «ogni testimonianza materiale avente valore di civiltà», ogni oggetto, cioè, in grado di trasmettere le tracce di una cultura. Questa caratteristica non riguarda soltanto i grandi centri riconosciuti come “città d’arte”, ma anche le località minori, ritenute “provinciali” o che apparentemente hanno poco o nulla da mostrare. Occorre però saper riconoscere il valore che le opere d’arte hanno nel loro contesto e saperlo comunicare, non solo perché siamo soltanto custodi di un’eredità del passato che tante persone prima di noi hanno costruito e abbiamo un dovere morale di preservarle per chi verrà dopo, ma anche perché conoscere il patrimonio storico e storico-artistico del passato serve a ritrovare le proprie radici, a meglio capire la nostra identità. Infine, passando a un livello solo apparentemente più prosaico, perché l’attrattività di un luogo dipende anche dalla capacità di conservare e rendere godibili i suoi beni culturali. L’emergenza del grave terremoto del 2016-2017 che ha devastato le aree interne di almeno quattro regioni – Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio – danneggiando anche Grottazzolina e l’intera diocesi di Fermo, ha richiamato l’attenzione su un patrimonio culturale unico per densità e capillarità di diffusione, ma fragile per i fattori di rischio del territorio, non meno che per l’incapacità di prevenire e la mancanza di una completa catalogazione e conoscenza dei beni. In tale congiuntura ha preso forma questa pubblicazione, con l’obiettivo di far conoscere una parte del patrimonio grottese, una preziosa scultura barocca che da secoli è conservata a Grottazzolina: la Madonna della neve di Aniello Stellato.
FRANCESCA COLTRINARI Ricercatore confermato e docente di Storia dell’arte moderna presso il Dipartimento di Scienze dalla Formazione dei Beni culturali e del turismo.
Le sue attività di ricerca riguardano soprattutto la storia dell’arte nelle Marche fra XV e XIX secolo, con particolare riferimento alla ricerca d’archivio finalizzata a ricostruire contesti di produzione artistica, committenza e circolazione di modelli figurativi, artisti, opere. Si occupa anche dei musei, attraverso attività di catalogazione scientifica e valorizzazione.
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni.
ISBN 88-7969-390-5
€ 10,00
Ft. 170×240 mm
2017, pp. 32, copertina in brossura