Marilena Sparapani
La raccolta di manoscritti autografi del conte Alessandro Maggiori è costituita da oltre 400 lettere, disegni, poesie e documenti vari del periodo che va dal 1785 al 1823.
Alcuni brani dei manoscritti, conservati presso la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, sono stati pubblicati negli ultimi anni per studi su temi specifici. Il presente lavoro di trascrizione ha riguardato tuttavia la totalità dei documenti, compresi quelli finora inediti conservati presso la Biblioteca Civica «Romolo Spezioli» di Fermo e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. L’epistolario contiene le lettere indirizzate da Alessandro al padre Annibale Maggiori Guerrieri (1731-1809) e alla sua famiglia; purtroppo non sono note le lettere di risposta.
Il criterio seguito nell’elencazione dei manoscritti dell’epistolario è cronologico per le lettere che è stato possibile ordinare in tal senso (o esplicitamente datate o databili dal contesto) dal 1785 al primo decennio del 1800. Ciò ha evidentemente permesso la ricostruzione di un racconto, seppure incompleto, della vita di Alessandro a partire dagli anni degli studi a Bologna fino al periodo vissuto a Fermo durante le vicende legate alle guerre napoleoniche. L’intero epistolario può essere considerato un percorso culturale, in cui l’autore scopre e descrive via via il patrimonio artistico di Bologna, delle Marche, e delle città visitate nei suoi viaggi, in particolare Firenze, Pisa, Modena, Parma, Roma, che documenta con le sue emozioni, osservazioni, disegni: tuttavia non si tratta solo di una guida storico-artistica, ma di uno spaccato di vita vissuta che coinvolge il lettore, pur nella complessità dell’approccio, e di una autobiografia degli anni di formazione umana e culturale che incideranno in modo determinante nella sua vita, la cui profonda erudizione si costruisce proprio a partire dal periodo giovanile trascorso a Bologna, frutto di studi rigorosi e di letture in ogni campo.
Non è stato semplice il paziente lavoro di riordino cronologico da me effettuato: i manoscritti nelle singole biblioteche non risultano ordinati secondo un evidente criterio e inoltre il lavoro di “incastro” dei documenti conservati nei vari archivi (tra l’altro scoperti in tempi diversi, fatto che ha causato revisioni e ripensamenti successivi) ha richiesto tempi lunghi di ricerche e verifiche bibliografiche, in alcuni casi museali. È stato necessario un primo excursus della notevole quantità dei documenti, che ha richiesto una faticosa interpretazione anche calligrafica dei manoscritti, largamente ricompensata dalla ricchezza delle notizie e dalle suggestioni della lettura. Solo successivamente sono passata alla fase di sistemazione in un elenco, via via da perfezionare: lavoro che definirei più un “cantiere di lavori in costruzione” che una semplice catalogazione. Desidero proporre questa idea del cantiere in costruzione come ipotesi di ricerca a chi avrà interesse alla lettura di questo libro. Alcune questioni, segnalate nelle note, sono rimaste aperte: del resto basta dare uno sguardo all’ampiezza degli indici e della bibliografia per comprendere la vastità del lavoro di consultazione e approfondimento che è stato necessario per fornire una trascrizione, a mio parere, almeno esauriente nelle indicazioni, seppure incompleta. Ho provato a immaginare un ipotetico lettore, arrivando a una sorta di compromesso, una scelta che può anche essere inadeguata, ma necessaria: ho cercato di conciliare le esigenze di un lettore già esperto di molti dei temi trattati nell’epistolario (che quindi troverà le sintetiche note di commento alquanto riduttive) con l’esigenza di un qualsiasi lettore curioso di informarsi, che può trovare qualche indicazione di massima.
Con questa introduzione intendo presentare un quadro storico di riferimento per la lettura dell’epistolario, che possiamo considerare uno spaccato di vita sociale e culturale di fine Settecento. Inoltre si anticipano alcuni aspetti prevalenti sui contenuti dell’epistolario, illustrando la biografia di Alessandro Maggiori con notizie riferite dallo stesso autore, almeno per il periodo della sua vita che va dal 1785 al 1809 (anno della morte del padre). Tuttavia, solo attraverso la lettura integrale delle lettere si può avere una completa visione del mondo culturale e umano alla base della formazione della complessa e ricca personalità artistica di Alessandro. Le lettere sono così dense di tematiche, riferimenti a luoghi e a personaggi, citazioni, argomenti di ogni campo del sapere, che ho ritenuto l’omissione di qualche paragrafo un impoverimento dell’ampiezza dei contenuti di tali documenti culturali preziosi. La vastità dei temi necessita di una contestualizzazione storica, culturale e ambientale, in quanto i personaggi e i luoghi citati dei contesti bolognese e fermano dell’epoca sono il fulcro dei racconti nell’epistolario: molti dei palazzi storici bolognesi frequentati abitualmente dal giovane Alessandro sono oggi musei o sedi istituzionali.
ISBN 88-7969-448-0
€ 24,00
Ft. 170×240 mm
2020, pp. 544, copertina in brossura