POESIE 1990-2020
Illustrazioni di Chiara Armezzani
Alessio Colarizi Grziani
La personalità di Alessio Colarizi Graziani è sempre articolata in seducenti slanci d’eclettismo; per coglierla interamente è utile conoscere la sua passione per la musica, non solo in ascolto, ma in esecuzione diretta con il flauto dolce, le cui melodie viaggiano attraverso modulazioni e toni di diversa intensità; il senso del ritmo è trasmesso da una cadenza che nel suo incedere può arrivare anche a guizzi e virtuosistici saliscendi. Queste stesse peculiarità l’autore di Fermo applica alla sua poesia che si fonda su un’impronta di compostezza classica non solo nella metrica, solitamente osservata come un binario lungo cui far correre la spinta lirica, ma nella rima capace di organizzare il timbro significante su una griglia retorica dove anche le assonanze hanno un loro ruolo. Per paradosso, ma non troppo, potremmo dire che Alessio Colarizi Graziani suona il suo strumento preferito anche quando affida alla scrittura la sua vena creativa, dentro cui veicolare stati d’animo diversi, emozioni provate anche a contatto con inattesi aspetti della realtà quotidiana, moti interiori comunque raffrenati prima e fatti esplodere poi con la forza dirompente di una scrittura aperta a sollecitazioni diverse. A delineare la fisionomia di questo poeta contribuisce non poco la sua attitudine a tradurre e a interpretare, inteso come far passare da una sfera sensoriale a un’altra il dato di un’impressione, trasferire dal segreto dell’anima alla piena luminosità dell’esterno il modo di “sentire” la realtà con la prontezza a esorcizzarne gli aspetti negativi e neutralizzare le punte ispide dell’esistenza. Per questo è valido strumento di difesa la capacità di sorriso che dà il combustibile per andare oltre le difficoltà quotidiane. Ed è qui che la dolcezza suadente del flauto avvolge come in una capsula impenetrabile il bello dell’esistenza distinguendolo nettamente dalle pastoie inevitabili della vita odierna.
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Il tempo, nel suo inarrestabile incedere, è ragione di ansia, di trepidazione che solo l’attitudine a un sorriso di sapore apotropaico rende illusoriamente più accettabile, perché momentaneamente riesce a confinarla in una nicchia adatta a sopirla; in ogni caso il concetto lucreziano del tempus edax (il tempo divoratore) percorre senza far scaturire punte di drammaticità negli effetti, comunque incombenti sull’umore del soggetto creante. E spesso nella visione retrospettiva, nel momento in cui può scattare la necessità del bilancio, il poeta sente che potrebbe avvertire il rimpianto per i sogni non realizzati e per le energie non impegnate in tale progetto; per questo dentro la testa riecheggiano molte “voci”, come tensioni umorali che spingono talora al senso d’approdo sicuro oppure al dolore acuto di disperazione irrisolta.
Per fortuna l’esistenza è una sorta di palcoscenico, dove ognuno è chiamato a una parte, anche se la recita non sempre è all’altezza delle attese. La mobilità caratteriale di Alessio Colarizi Graziani si legge anche nell’altalena tra opposte sponde concettuali, dalla tonalità problematica a quella gioiosa, funzionale a una prefigurazione del momento in cui l’analisi del passato recupera i momenti che hanno lasciato tracce sostanziali nella coscienza.
ISBN 978-88-7969-480-3
€ 10,00
Ft. 170×240 mm
2021, pp. 80, copertina in brossura